Recensione Six – Pogo
Sei tracce che suonano le principali influenze artistiche di DJ Pogo. Dal metal all’elettronica, nel rispetto dell’ortodossia dei generi.
Le paure ed i timori sviluppati dal lockdown portano di fronte ad un bivio: affogare nella palude dello sconforto o impegnarsi a galleggiare, portando a termine i propri progetti artistici. Sceglie la seconda opzione DJ Pogo, che pubblica in avvio di primavera “Six”, album edito da Naucrates Music.
Titolo eloquente, perché sono proprio sei le tracce a comporre la proposta d’ascolto dell’artista pugliese: attivo dal 2008, gravita con eguale comfort le stanze musicali del metal come dell’elettronica ampiamente intesa. Da tale miscela, peculiare nel suo genere, se ne producono sei tracce adese all’ortodossia di una electro music più rigorosa: potere al suono, con strumentali che comunicano emancipandosi dal supporto delle parole. Se ne produce un’esperienza immersiva, che attraversa i decenni strizzando l’occhio agli anni ’90 ma tornando, nel giro di pochi istanti, nel presente. Artifici sonori come il clipping dei bassi su “Jail” impreziosiscono l’elaborato complessivo, che rispetta una certa coerenza nel susseguirsi delle tracce ma al tempo stesso riesce a proporsi ogni volta con elementi inediti e caratterizzanti.
È di sicuro un’esperienza significativa confrontarsi con la musica di DJ Pogo e scoprire un approccio originale, che non tiene conto delle tendenze del momento; incisivo e con un registro espressivo personale, “Six” si rivela una prova matura che lascia buone sensazioni in vista di ulteriori sviluppi.
Fonte: rockit.it